I tartufi per molti sono una grande passione, per altri sono un investimento, per altri ancora sono soltanto un cibo molto costoso. Rimane il fatto che, al di là dei gusti personali, in genere vengono considerati una prelibatezza e i piatti cui viene aggiunta una spolverata di questo prezioso fungo acquistano valore per gli appassionati, e soprattutto aumentano di prezzo. Inoltre è possibile ricavarne un ottimo olio da poter utilizzare in molti modi diversi.
Cos’è il tartufo?
Abbiamo scritto “fungo”. Ma il tartufo è un fungo? Sì, anche se spesso viene definito un tubero, come le patate, in realtà in comune con loro ha solo il fatto che cresce sottoterra e una forma abbastanza simile. Anche il suo nome scientifico, tuber, può trarre in inganno; in realtà il nome deriva dal fatto che cresce sottoterra, come appunto molti tuberi, e non in superficie come la maggioranza dei funghi. Le sue caratteristiche specifiche, però, non lasciano dubbi sul fatto che appartenga al Regno naturale dei funghi.
Ci sono però molti tipi di tartufo, e non tutte sono commestibili. In Italia se ne possono vendere e comprare 9 tipi, tutti commestibili. Il più raro fra tutti è proprio il tartufo bianco, detto Tartufo Bianco Pregiato o Tuber Magnatum Pico. Vive in simbiosi con querce, pioppi, tigli, noccioli e altri alberi. È il tipico “Tartufo d’Alba”, città in cui si tiene anche una delle più grande fiere del tartufo, e si raccoglie fra ottobre e dicembre.
Tartufo: Tesoro naturale
Naturalmente parliamo sempre di tartufo naturale, non di tartufo coltivato. In effetti, coltivare il tartufo è per certi versi quasi impossibile. Innanzitutto, perché si riproduce tramite spore, e non tramite semi che possono essere piantati; e poi perché crescono in simbiosi con una pianta. Allo stesso modo, i funghi che si possono coltivare sono quelli a cui questo legame con una pianta non è indispensabile, ma possono vivere cibandosi di organismi morti: infatti, si possono coltivare gli champignon, ma non i porcini.
Stesso discorso per i tartufi. Volendo, si può creare un ambiente favorevole, e trattare le radici degli alberi con spore di tartufo, in modo da stimolarne la crescita. In ogni modo, il proprietario deve prendersi cura in maniera costante della zona e poi vedere qualche frutto dopo una quindicina d’anni. È chiaro che non si può parlare di coltivazione in senso tradizionale.
Come fare l’olio al tartufo bianco
Dopo questo approfondimento sui tartufi, vediamo come possiamo utilizzare questo pregiato fungo per realizzare un ottimo olio da utilizzare in moltissimi modi, e dal grande valore. Gli ingredienti sono semplicissimi:
- 1 litro di olio extravergine di oliva
- 1 tartufo bianco di circa 50-60 gr
È molto semplice anche la preparazione: innanzitutto, procedere alla pulizia del tartufo con un pennellino, con molta delicatezza. Poi affettarlo a lamelle molto sottili, ci sono strumenti appositi per questo scopo. Sterilizzare una bottiglia. Porre nella bottiglia le lamelle di tartufo e coprirle con l’olio. Attendere almeno venti giorni, meglio un po’ di più, per permettere al tartufo di aromatizzare l’olio.