Insalata di pollo: molto più di una ricetta 1

Insalata di pollo: molto più di una ricetta

Pollo lesso e qualche verdura: apparentemente nulla di più triste e insipido da portare in tavola. Eppure non stiamo parlando di una dieta da ospedale, tutt’altro! L’insalata di pollo è un piatto estivo colorato, gustoso, versatile, con una lunga tradizione multiculturale alle spalle e un’incredibile versatilità.

Un intreccio di storie e culture

L’insalata di pollo è un piatto nato dall’intreccio di storie e culture diverse e quindi amato in tutto il mondo nelle sue diverse declinazioni. Secondo alcuni la moderna versione occidentale sarebbe una discendente dell’“insalata di pollo fredda” tipica della tradizione cinese, mentre altri sostengono che la sua antenata più diretta sarebbe la "salade Olivier", ideata nel 1860 dal cuoco belga Lucien Olivier ispirandosi all’insalata russa e poi diffusasi in Europa a partire dalla Francia, diventando un piatto molto popolare nel XX secolo.

C’è anche chi identifica un’antesignana di questa ricetta già nella dieta dell’Antica Roma e poi nel Medioevo, dal momento che, in entrambi i contesti, pollo e verdure, variamente combinati erano una presenza pressoché costante sulle tavole.

Una ricetta versatile e antispreco

Tra le ricette nostrane più semplici e deliziose dell’insalata di pollo, c’è quella proposta da Sonia Peronaci sul suo sito, che prevede di abbinare la carne (lessata in un brodo aromatico e raffreddata) a peperoni e carote crudi, cetriolini sott’aceto, olive e fontina e di condire il tutto con un’emulsione di maionese, senape, limone e aceto.

Ma nulla vieta di personalizzare il piatto con le verdure che si hanno a disposizione nel frigorifero (meglio se di stagione) né di utilizzare del pollo arrosto avanzato, per trasformare questo piatto in una ricetta economica e antispreco. In più si tratta di un’ottima idea per utilizzare la carne ogni volta che si prepara il brodo (in questo caso vale anche prepararla con cappone o gallina!).

Più sapore con le spezie

Per quanto il protagonista dichiarato di questa ricetta sia il pollo (insieme alle verdure che gli fanno da “comparsa”), a essere il vero deus ex machina di questa preparazione è il condimento, che deve aggiungere sapore, conferire cremosità e armonizzare insieme tutti i sapori delle verdure che altrimenti resterebbero slegati tra loro. Per questo occorre bilanciare bene gli elementi grassi e acidi che compongono la salsa, ma anche concedersi qualche licenza poetica e giocare con le spezie che, come abbiamo scritto qui, se ben utilizzate e dosate, possono fare davvero la differenza nell’aromaticità complessiva del piatto.  Un’idea in più può essere quella di adottare qualche strategia a monte, come inserire qualche spezia durante la cottura del pollo, soprattutto nel caso in cui questo venga grigliato alla piastra o arrostito in forno e non semplicemente bollito.

Ma c’è anche chi si ingegna sostituendo la maionese con dello yogurt (anche greco) aromatizzato con il curry in polvere, per una versione più light ma ugualmente gustosa.

Focus sul pollo

In ogni tipo di cucina e in molte ricette all’interno di ciascuna c’è qualche ingrediente che più degli altri, può necessitare di  una particolare attenzione, tanto per la riuscita del piatto quanto per quanto riguarda la sicurezza per la salute. Dal pesce alle uova crude, dai lieviti ai funghi, dalle erbe aromatiche a persino alcuni prodotti dell’orto (e del frutteto), che in certe condizioni possono risultare allergizzanti o addirittura tossici.

Quando si parla di pollo, grande attenzione va prestata alla cottura ma, ancor prima, alla provenienza e alla qualità della materia prima. Ma come fare stare tranquilli? Affidandosi all’etichetta! Come si legge sul sito laleggepertutti.it, l’etichettatura delle carni di pollo segue regole precise e prevede che sulla confezione siano indicati:

  1. La denominazione del prodotto
  2. La categoria qualitativa (A o B);
  3. Lo stato in cui la carne è commercializzata (fresca, congelata o surgelata);
  4. La temperatura di conservazione raccomandata (da -2° a +4° per le carni fresche; -18° per le carni congelate o surgelate)
  5. Il prezzo al kg e quello netto
  6. La data di scadenza (se la carne è fresca) o il termine minimo di conservazione (se la carne è congelata o surgelata);
  7. Le info necessarie a ricostruire la filiera della carne: la provenienza (intesa come indicazione del Paese in cui il pollo è stato allevato nell’ultimo mese di vita, quello in cui è stato macellato (se coincidono può essere presente la dicitura “Origine: x”) e il codice di partita con cui le sue carni sono state identificate); il numero di riconoscimento del macellaio; il numero di riconoscimento del laboratorio di sezionamento (nel caso in cui la carne non sia stata tagliata e disossata nel luogo di vendita).

Etichettatura a parte, al momento dell’acquisto è importante affidarsi anche all’analisi delle caratteristiche organolettiche del prodotto: la carne deve apparire integra, soda, di un colore il più possibile omogeneo e di un odore pressoché neutro.